Piani personalizzati: la Sardegna continua ad essere “modello”

Il provvedimento adottato dalla Regione Sardegna sui piani personalizzati delle persone con gravi disabilità, che conferma per il 2018 un finanziamento di 100 milioni di euro, rende ancora una volta giustificato parlare di un “modello Sardegna” in questo settore, un “modello” al quale molte altre Regioni dovrebbero guardare con maggiore attenzione. «Si tratta di diritti umani – commenta Francesca Palmas dell’ABC Sardegna – che si sposano con la modernità e con il risparmio per la nostra Regione, se è vero che i costi pubblici per il ricovero in istituto sono cinque volte superiori»

«Bene la conferma dei fondi per ipiani personalizzati, strumento così innovativo ed essenziale per il benessere delle persone con disabilità grave della Sardegna. Con questo provvedimento, infatti, non solo si garantisce il diritto di poter continuare a vivere presso la propria casa e di proseguire i percorsi di vita indipendente sostenuti dal servizio pubblico, senza quindi finire chiusi in un istituto, ma si assicurano anche almeno 15.000 posti di lavoro per gli operatori e gli educatori del settore, con un indotto per l’economia sarda dato dalle integrazioni delle famiglie e dalle maggiori entrate in versamenti e oneri fiscali per il lavoro che valutiamo in circa ulteriori 40 milioni di euro».
Non richiedono troppi commenti le parole di Francesca Palmas, responsabile del Centro Studi dell’ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi), che segnala così il provvedimento adottato ieri, 13 dicembre, dalla Regione Sardegna, riguardante l’approvazione per il 2018 delle Linee Guida per i piani personalizzati delle persone con gravi disabilità, come da Legge 162/98, il tutto sostanziato da un finanziamento di 100 milioni di euro.

Sia i vecchi utenti dei piani, quindi, sia quelli che accederanno per la prima volta a tale formula, potranno presentare il proprio progetto entro il mese di marzo del nuovo anno. I piani partiranno poi dal 1° maggio e nel frattempo, per assicurare la necessaria continuità, quelli vecchi verranno prorogati fino al 30 aprile.
«Si tratta di diritti umani – aggiunge Palmas – che si sposano con la modernità e con il risparmio per la nostra Regione, se è vero che i costi pubblici per il ricovero in istituto sono cinque volte superiori». Il comunicato della Giunta Regionale sarda cliccando qui http://www.regione.sardegna.it/j/v/2568?&s=354714&v=2&c=392&t=1